Verso l’Universiade. Massimo Oddo “Quella finale vinta nel 1997 è un ricordo indimenticabile”
29 Giugno 2019
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“Lo stadio era pieno, c’erano 40.000 persone alla Favorita di Palermo. Faceva un caldo pazzesco e i coreani sbucavano ovunque, correvano tantissimo. Ma noi ormai volavamo, avevamo un entusiasmo pazzesco e vincemmo 3-0. Fu la conclusione di una fantastica avventura, l’apice di un percorso che non ho mai dimenticato. Una delle più belle esperienze della mia vita”. E’ il ricordo di Massimo Oddo, nuovo allenatore del Perugia, titolare nella formazione che nel 1997 vinse la finale contro la Corea del Sud: l’Italia conquistò per la prima volta l’oro nel calcio alle Universiadi. Il difensore aveva vent’anni: quell’oro fu la prima di una lunghissima serie di vittorie straordinarie tra cui il Mondiale 2006 e una Champions’ League con il Milan 2007. L’esempio che tutti vorrebbero imitare: con grande sincerità ricorda il suo spirito poco incline all’Universiade all’inizio.
“Non volevo andarci. Giocavo con il Lecco ma ero del Milan. Ero più concentrato sulla preparazione con la squadra, volevo fare bene lì. E anche il Milan non era entusiasta di farmi andare. Mi convinse l’allenatore Paolo Berrettini. Fu una molla importante, perché mi voleva a tutti i costi e la sua stima mi lusingò. Alla fine invece è diventata un’avventura bellissima, non solo per la vittoria, ma anche dal punto di vista umano”.
Ammette che i primi giorni non c’era un grande interesse: “I media non ci seguivano, per l’Italia non esistevamo. Molti dei miei compagni venivano dai Dilettanti e non riuscivano neanche a capire quale dovesse essere l’approccio a questa competizione”. Poi tutto cambiò: “Noi andavamo avanti e ci prendevamo gusto e quando arrivò la finale tutta l’Italia ci aveva scoperto, compresa la stampa. All’improvviso rappresentavamo davvero l’azzurro italiano e mi ricordo che ci fu un boom di ascolti in tv oltre che lo stadio esaurito. E dire che all’inizio la partita la trasmettevano in differita su Rai 3…”.
Oggi le cose sono cambiate: “Assolutamente. C’è un’attenzione diversa e comunque anche allora era una bella vetrina internazionale. Io fui chiamato a fare un provino per il Newcastle, per esempio. Può essere un’occasione per i ragazzi”.
Oddo, oltre a vincere coppe e trofei ovunque, ha trovato anche il tempo di laurearsi in scienze manageriali ed economiche: per lui una vera passione, perché la sua decisione non aveva nulla a che vedere con la necessità di trovarsi un’alternativa economica. “Guadagnavo già bene. Ma il mio obiettivo era diventare manager o dirigente, comunque specializzarmi nel marketing. Per farlo devi studiare. Ed è quello che ho fatto”. Poi si è rivolto alla carriera di tecnico ma quella laurea è un motivo di orgoglio per lui.
Ne ha fatta di strada Oddo da quando ha vinto quell’Universiade, nel 1997.