Final Four: domani Piacenza-Trapani, ‘derby’ in famiglia. Beppe Materazzi: “Indimenticabile quella salvezza in A col Piacenza”. Marco Materazzi: “Trapani e la C, una palestra importante”
7 Giugno 2019
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Piacenza-Trapani è anche un po’ una storia di famiglia in casa Materazzi. Papà Beppe è un tecnico poliedrico dalle mille squadre allenate in un appassionante Tour d’Italia che a un certo punto, nel 1998-99, lo portò a Piacenza. Marco, il figlio campione del Mondo e uomo gol protagonista contro la Francia nel 2006 ed ex difensore dell’Inter per 10 anni, a Trapani invece ci ha giocato nel 1994-95, raggiungendo anche i play off. Entrambi tirano fuori i ricordi di quei momenti, vissuti in due città dove il calcio fa parte del tessuto sociale.
Inizia Materazzi senior: “Ho un ricordo bellissimo di quell’unica stagione. Raggiungemmo la salvezza in serie A contro avversari agguerriti e fu una grande soddisfazione. Ma oltre al risultato sportivo, ci fu un altro motivo di orgoglio: e cioè la valorizzazione di ragazzi ventenni come Simone Inzaghi e Alessandro Lucarelli: riuscire far emergere nuovi giovani è sempre lusinghiero per un tecnico e la società”. Ha parole di grande ammirazione per il Piacenza: “E’ un ambiente dove si lavora con serenità e si possono ottenere risultati importanti. La prova è che comunque i piacentini sono in finale. Per gli sforzi profusi meriterebbero entrambe le due squadre la promozione ma per i miei trascorsi tiferò Piacenza. In ogni caso ho intenzione di gustarmi la partita”. Ci tiene a sottolineare una differenza: “Ho lavorato ovunque e sono stato anche calciatore per tanti anni al Lecce. Al Sud comunque c’è più pressione nel calcio rispetto al Nord”.
“La Serie C è passione e per me è stata anche formazione. E’ stata la base di partenza del mio sogno, il calcio”. Parola di Marco Materazzi che ripercorre i suoi esordi nel mondo del pallone ricordando proprio da dove è partito: da Trapani, 25 anni fa. Era la stagione 1994-95. “‘Fu un campionato importante per me – ricorda – di quelli che restano impressi. Sfiorammo la B e quella stagione mi offrì l’occasione di iniziare la mia carriera”. Conclude con un consiglio: “Ai giovani di oggi, che muovono i primi passi nel calcio, mi piacerebbe dire, sulla base dell’esperienza che ho vissuto ‘Si parte da qua. La C forma ed è una ‘palestra’: inseguite sempre i vostri sogni’”.